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Warum I tesori di Villa Sostaga

Francesco Seresina

Small Wine Makers Ambassador

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Perché ho creato i tesori di Villa Sostaga, il mio e-commerce di vini pregiati?

La prima risposta che vi voglio dare è perché i numerosi e-commerce di vino, presenti online, sono per me dei supermercati o per meglio dire dei Discount: offrono, ma soprattutto evidenziano ai fini di indurvi all’acquisto, solo ciò che fa più comodo a loro vendere. Inducono a suon di sconti a comprare bottiglie acquistate a sottocosto dai produttori, probabilmente perché invendute. Non c’è alcuna cura né intenzione nel soffermarsi sulla qualità del vino che viene proposto. Con I tesori di Villa Sostaga io voglio fare esattamente l’opposto: voglio offrire una selezione di etichette rare per un’esperienza di acquisto di vini pregiati nuova e autentica, dove l’eccellenza e l’esperienza enologica sono protagoniste.

Questo progetto nasce innanzitutto dalla mia personale passione: il vino è una creatura affascinante, ammaliante e viva, i cui frutti migliori nascono dall’amore di piccoli produttori, che sono i protagonisti al centro del mio e-commerce di vini pregiati. Di moltissimi ho visitato personalmente le cantine, i vigneti e ho scelto ogni bottiglia perché emozionato dall’attenzione dei produttori verso la loro terra, le loro vigne e i loro prodotti.

Non è stato acquistando, e nemmeno bevendo vino, che me ne sono innamorato perdutamente. Certo mi è sempre piaciuto, ma è stato quando ho iniziato a viaggiare per scoprire cosa ci fosse dietro un’etichetta che ho iniziato ad appassionarmi davvero.

Ho avuto la gioia, la fortuna e il privilegio di conoscere persone straordinarie, come ad esempio Cristina e Diego di Cantrina, vignaioli indipendenti, artisti dell’enologia che qui sul Garda hanno saputo raggiungere eccellenze vitivinicole di assoluto valore con il loro Nepomuceno e Il Sole di Dario. Non solo: ho incontrato personaggi al limite della follia (sana follia ovviamente!) come Claudio Mariotto, che fece visitare le sue vigne a mia moglie, alla condizione però che fosse scalza per rispetto dei terreni delle sue vigne. Ho visitato cantine fantascientifiche, come la Cantina Laimburg, che più di una cantina di vino sembra la “Spectre” dei film di James Bond, letteralmente scavata nella roccia. Così come anche la Cantina dei Produttori del Barbaresco: esempio straordinario di come la cooperazione fra diversi produttori di vino possa dare frutto a bottiglie la cui eccellenza è nel panorama dei più grandi vini mondiali.

C’è una cosa che vi voglio dire chiaramente: non sono affatto un estimatore dei cosiddetti “vini naturali”, semplicemente perché il vino naturale non esiste. Il vino – in natura – non esiste. I vini nascono indubbiamente da un prodotto della terra, della natura, ovvero i grappoli d’uva, ma è solo grazie all’ingegno millenario dell’uomo, che si cimenta nella produzione sin dai suoi albori, che può nascere il vino.
Non c’è vino senza l’uomo ed è per questo che ho messo al centro del mio e-commerce di vini i piccoli produttori, ovvero uomini e donne che dedicano la loro vita ai frutti della terra, avendo cura ogni giorno e in ogni stagione delle loro vigne, creature fragili e bisognose di una cura infinita e amore incondizionato affinché possano offrirci i loro frutti migliori esaltandone i profumi e i sapori, permettendo esperienze sensoriali e di gusto eccezionali. Nessuna altra bevanda al mondo può lontanamente paragonarsi all’esperienza di una grande bottiglia di vino.

Cosa intendo per grandi bottiglie di vino?
È difficile descriverlo a parole, perché si tratta di emozioni, quindi valori soggettivi e suscettibili del mio umore, del clima, di tutto ciò che mi circonda. Anche quando i miei clienti mi chiedono qual è la mia bottiglia di vino preferita non so mai cosa rispondere, sono tante e diverse fra loro. Amo i grandi Spumanti Italiani Metodo Classico, così come gli Champagne dei nostri cugini Francesi; amo i rossi leggeri come l’Alicante, vellutati come la Lacrima di Morro d’Alba o speziati come il Verduno Pelaverga o lo Schioppettino (come non citare un altro personaggio incredibile come Bressan?); amo il Brunello di Montalcino; adoro i grandi Nebbioli delle Langhe in tutte le loro declinazioni, dal Langhe Nebbiolo al Barolo e il Barbaresco; sono un amante appassionato della Chiavennasca, ovvero i grandi Nebbioli della Valtellina come l’Inferno, Il Sassella, la Valgella, Il Grumello e la Maroggia.

E cosa dire dei vini bianchi?
Potrebbe essere un elenco infinito, ma siccome mi piace soprattutto “farlo strano” vi dirò che amo i vini bianchi di lungo invecchiamento: il Gavi di Gavi, il Timorasso del già citato Claudio Mariotto e del “Gran Maestro del Timorasso” Walter Massa, ma mi appassionano altrettanto l’eleganza e la sobrietà del Prié Blanc de Morgex et de la Salle, un esempio dei vini estremi coltivati sulle impervie montagne della Valle d’Aosta a oltre 1000 metri d’altitudine. Ugualmente adoro anche la mineralità dei vini Siciliani che esprimono tutta la varietà di una terra arida, anche vulcanica, e circondata dal mare.

Ma come dimenticare, in ogni forma ed espressione di vini bianchi o rossi che siano, un territorio enologicamente (e non solo) straordinario come la Costa d’Amalfi con i suoi Furore e Ravello. C’è poi anche l’Aglianico, il “grande Barolo del Sud”, che richiede anni e anni, un’attesa struggente, un corteggiamento lunghissimo in cui si affina per offrirsi a noi con potenza ed eleganza straordinarie.

E la Tintilia del Molise? Il Bombino? Il Lagarino Bianco? Non potete immaginare quanto mi riempia il cuore di tristezza che la maggior parte degli italiani ancora non conosca la quantità e soprattutto la varietà dei vitigni autoctoni che l’Italia ha da offrire. Un patrimonio che nessun altro Paese al mondo può vantare: abbiamo oltre 500 varietà di vitigni autoctoni, che rappresentano circa la metà di tutti i vitigni esistenti al mondo.

Single Vineyard (per dirla come quelli “bravi”), o cuvée? I vini monovitigno hanno il loro fascino, senza alcun dubbio, ma soprattutto nei vini bianchi e spumanti ho sviluppato una grande e personale passione per le cuvée (ovvero l’assemblaggio di diverse varietà di viti) perché offrono l’opportunità al produttore di vino di esprimersi come un’artista di fronte a una tela bianca: ogni cuvée è unica e uguale solo a sé stessa, unica e inimitabile.

Ormai ho perso il conto di quante volte ho esclamato durante le visite alla mia cantina dei vini dell’Hotel e ristorante Villa Sostaga: “Nemmeno immaginate quanta vita ci sia oltre a Merlot e Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Sauvignon Blanc!”

Allora ecco perché nasce I tesori di Villa Sostaga, perché vorrei potervi prendere per mano uno a uno e accompagnarvi personalmente nel viaggio straordinario nel mondo del vino che ho iniziato a intraprendere vent’anni fa.

 

Cercate nel mio e-commerce di vini pregiati come foste cani da tartufo, andate oltre le vostre abitudini, abbandonate la comfort zone per scoprire quanto è straordinario, vasto e variegato il mondo del vino. E soprattutto bevete per il piacere di gustare un prodotto “di sangue e sudore”.

Con questo progetto voglio invitarvi a bere il vino per suscitarvi tutta l’emozione che una grande bottiglia può offrirvi. Per godere di ogni sorso con il doveroso rispetto per tutte quelle donne e quegli uomini che ci donano queste etichette lavorando la terra in vigna, curando i mosti nelle loro cantine, pazientando anni prima che il frutto di tutto questo enorme lavoro giunga a noi.

Dietro a ogni grande uomo c’è una grande donna, disse qualcuno. Io posso dirvi che dietro a ogni grande bottiglia c’è un grande produttore di vino. Un essere umano, la sua storia, la sua passione.

Allo stesso modo, I tesori di Villa Sostaga è frutto della mia passione.

Grazie per avermi letto e spero che qui possiate vivere un’esperienza enologica intensa e bellissima.

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